presidente della Lazio fa il verso all'Alberto Sordi interprete del film "Un americano a Roma". «Il calcio non è come le bocce, non conta chi ci va più vicino»
CATANIA, 17 aprile - «America me senti, America me senti....one, two, three, for...». Il presidente della Lazio Claudio Lotito, intervistato da Sky, comincia il suo discorso sulla svolta statunitense della Roma facendo il verso all'Alberto Sordi interprete del film "Un americano a Roma".
LA CRITICA - Poi torna serio e dice che «per la Lazio non cambia nulla con l'arrivo degli americani alla Roma, mi auguro che cambi qualcosa per loro. Le somme che sono circolate finora servono solo a ripianare i debiti, non certo per rinforzare la rosa. Il loro primo aumento di capitale di 40 milioni serve a ripianare. Poi dovranno lanciare l'Opa, a cui non aderirà nessuno, per rastrellare le altre azioni dal mercato e costerà altrettanto».
I CONTI - «Non voglio fare i conti in tasca agli altri - aggiunge il presidente della Lazio -, ma il bilancio è pubblico e alla fine loro (la Roma n.d.r.) chiuderanno la stagione con 40 milioni di debiti. Poi dovranno immettere ancora altro denaro per comprare e fare la squadra. Se portano idee nuove ben vengano, ma quella dello stadio non lo è, perchè io ne parlo da sette anni. Non è che arriva l'americano e fa lo stadio. Stiamo a Roma, e non in America, le paludi burocratiche italiane le conoscono tutti».
LA FRECCIATA - Una frecciata anche alla Roma squadra: «ciò che conta sono i risultati - dice Lotito -. È vero che da quando sono presidente la Lazio è arrivata sempre sotto la Roma, ma è anche vero che la Roma non ha vinto Coppa Italia e Supercoppa. Il calcio non è come le bocce, non conta chi ci va più vicino» (in realtà da quando Lotito è presidente della Lazio, la Roma ha vinto due volte la Coppa Italia e una Supercoppa). Sulla conferma del tecnico Edy Reja Lotito dice che «non l'ho mai messo in discussione, sono gli ambienti dei tifosi e mediatici a parlarne male».
Lotito, sfottò a DiBenedetto
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