Medici asportano un tumore di 38 chili

L'intervento portato a termine a San Donà su una 50enne
di Jesolo. I reni erano schiacciati e i polmoni molto limitati

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La radiografia che mostra la massa tumorale (Ulss 10 San Donà)
VENEZIA - In pochi mesi aveva sviluppato un gigantesco tumore addominale: una massa di 38 chili che stava compromettendo la sua salute. Protagonista di questa vicenda medica una 50enne di Jesolo: oggi la donna ha lasciato il reparto di Chirurgia dell'Ospedale di San Donà di Piave dopo che i medici le hanno asportato l'intera massa tumorale.

L'intervento chirurgico è riuscito per merito della cooperazione di 5 unità operative.
Si tratta di un caso particolare, non tanto per le dimensioni della massa quanto per la compressione che la massa esercitava su tutti gli organi addominali e toracici, e in particolare sui grossi vasi addominali. L'attività di vari organi era stata infatti progressivamente e notevolmente ridotta: i reni erano completamente schiacciati dalla massa, la mobilità e l'espandibilità dei polmoni erano state fortemente limitate dall'elevata pressione addominale. L'aspetto più problematico era però rappresentato dalla compressione quasi totale della vena cava che aveva prodotto una trombosi degli arti inferiori e che stava risalendo verso il cuore causando fenomeni di embolizzazione polmonare già manifestati alcune settimane prima.

«Quando la paziente è giunta alla nostra osservazione - spiega il primario di Chirurgia, Paolo Sorrentino - ci si è subito resi conto che il rischio più consistente era rappresentato proprio dalla possibilità di una embolizzazione massiva nel momento in cui la massa sarebbe stata rimossa, determinando di conseguenza una decompressione improvvisa della vena cava e l'ipotetica liberazione degli emboli». In stretta collaborazione con le unità operative di Emodinamica, Anestesia e Rianimazione, Radiologia e Urologia, è stato deciso di procedere alla preventiva detensione parziale della massa, in parte solida e in parte liquida, ad addome chiuso, effettuata grazie all'esperienza maturata in chirurgia laparoscopica. In questo modo è stato possibile permettere alla vena cava di distendersi gradualmente acconsentendo il posizionamento di un filtro cavale per portare la paziente in sala operatoria in condizioni di sicurezza.

La detensione è stata graduale: in tre giorni è stato ridotto il peso della massa a circa venti chili. In seguito al posizionamento del filtro cavale la donna è stata infine sottoposta all'intervento che l'ha liberata dall'enorme massa. «L'esito positivo di questo intervento va sicuramente attribuito a un lavoro di equipe - conclude il dottor Sorrentino - nel quale specialisti e personale infermieristico di cinque unità operative hanno contributo in modo determinate, dando esempio di forte affiatamento, perfetta integrazione e alta professionalità».
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