Si può risalire a chi scrive recensioni su tripadvisor? La domanda che tutti ci pongono è questa ultimamente.
Non ci sono tecniche particolari, basta mettere il nome dell'account su google e sperare di essere fortunati. Altro metodo e mandargli un messaggio privato chiedendo informazioni particolari e con inganno cercando di conoscere l'utente.
Nei giorni scorsi abbiamo sostenuto l’iniziativa degli albergatori contro le recensioni false e le diffamazioni pubblicate su TripAdvisor, contro cui sembra che gli hotel non riescano a difendersi.
D’altro canto c’è da chiedersi chi protegga gli utenti dalle false reviews pubblicate dagli albergatori con i più svariati stratagemmi, non tanto a detrazione dei competitor, quanto più per gonfiare e falsare il proprio ranking.
Come abbiamo già fatto in passato, vi sconsigliamo vivamente di esercitare questa pratica. Prima di tutto i lettori sono ormai capaci di distinguere un commento veritiero da uno falso: se ci sono affermazioni troppo elogiative e termini formali che potrebbero essere utilizzati solamente in ambito alberghiero, stiate pur certi che in pochi crederanno che si tratti di un commento attendibile.
In secondo luogo è diventata un’attività estremamente pericolosa: mentre infatti TripAdvisor ha adottato un sistema di riconoscimento pubblico degli alberghi le cui recensioni risultano sospette, in America le reviews false pubblicate on-line per manipolare le scelte degli utenti sono diventate perseguibili per legge.
Il messaggio recita: “TripAdvisor ha ragionevoli motivi di credere che questa struttura o individui associati a questa struttura, abbiano tentato di manipolare il nostro indice di popolarità interferendo con la natura obiettiva delle nostre recensioni. Per favore, siete pregati di tenere conto di questo durante il processo di ricerca di informazioni per i vostri piani di viaggio”.
Il disclaimer ha una data di scadenza che varia per ogni hotel: una volta on-line infatti, TripAdvisor collabora con l’hotel per far sì che il bollino rosso venga rimosso dalla pagina, sulla base della garanzia che l’albergo cesserà l’attività fraudolenta.
Immagine 1: esempio di “bollino rosso”
Da poco anche l’Astroturfing sul web è diventato perseguibile per legge. Nello stato di New York infatti, il procuratore generale Andrew Cuomo ha condannato l’azienda di chirurgia estetica Lifestyle Lift a versare 300.000 dollari di penale per aver pubblicizzato la sua attività attraverso recensioni on-line fittizie.
Cuomo ha infatti dichiarato: “I dipendenti della Lifestyle Lift pubblicavano recensioni positive e commenti per far credere agli utenti che clienti soddisfatti stavano pubblicando le proprie storie. Questa tattica costituisce una pratica commerciale ingannevole, falsa pubblicità, frode e condotta illegale sotto le leggi federali e la normativa di New York”.
Il caso della Lifestyle Lift ha suscitato grande attenzione a livello internazionale e ha fatto suonare il campanello d’allarme di ogni tipo di azienda, poiché costituisce il primo caso negli USA volto a combattere questa pratica crescente su Internet.
E per quanto riguarda il “bollino rosso” di TripAdvisor, non può che andare a colpire in modo serio l’immagine dell’hotel: una volta in rete la credibilità della struttura e dei suoi gestori risulterà inevitabilmente e gravemente danneggiata. Si sa, i clienti sono esigenti: è facile deluderli, difficile recuperarne la fiducia.
TripAdvisor attualmente non pubblica l’elenco degli hotel in “lista nera”, ma è abbastanza semplice individuarli con una semplice ricerca su Google: ecco qui un po’ di alberghi indagati.
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Non ci sono tecniche particolari, basta mettere il nome dell'account su google e sperare di essere fortunati. Altro metodo e mandargli un messaggio privato chiedendo informazioni particolari e con inganno cercando di conoscere l'utente.
Nei giorni scorsi abbiamo sostenuto l’iniziativa degli albergatori contro le recensioni false e le diffamazioni pubblicate su TripAdvisor, contro cui sembra che gli hotel non riescano a difendersi.
D’altro canto c’è da chiedersi chi protegga gli utenti dalle false reviews pubblicate dagli albergatori con i più svariati stratagemmi, non tanto a detrazione dei competitor, quanto più per gonfiare e falsare il proprio ranking.
Come abbiamo già fatto in passato, vi sconsigliamo vivamente di esercitare questa pratica. Prima di tutto i lettori sono ormai capaci di distinguere un commento veritiero da uno falso: se ci sono affermazioni troppo elogiative e termini formali che potrebbero essere utilizzati solamente in ambito alberghiero, stiate pur certi che in pochi crederanno che si tratti di un commento attendibile.
In secondo luogo è diventata un’attività estremamente pericolosa: mentre infatti TripAdvisor ha adottato un sistema di riconoscimento pubblico degli alberghi le cui recensioni risultano sospette, in America le reviews false pubblicate on-line per manipolare le scelte degli utenti sono diventate perseguibili per legge.
Il bollino rosso di TripAdvisor
Sono già in molti gli hotel che possono vantare il cosiddetto “bollino rosso” (red disclaimer) di TripAdvisor. Per mettere in guardia gli utenti, ma soprattutto per scoraggiare gli albergatori dal pubblicare recensioni fraudolente, il social network ha introdotto una dicitura in rosso sulla pagina degli alberghi le cui reviews, a seguito di segnalazioni degli utenti e relativi accertamenti, sono risultate false.Il messaggio recita: “TripAdvisor ha ragionevoli motivi di credere che questa struttura o individui associati a questa struttura, abbiano tentato di manipolare il nostro indice di popolarità interferendo con la natura obiettiva delle nostre recensioni. Per favore, siete pregati di tenere conto di questo durante il processo di ricerca di informazioni per i vostri piani di viaggio”.
Il disclaimer ha una data di scadenza che varia per ogni hotel: una volta on-line infatti, TripAdvisor collabora con l’hotel per far sì che il bollino rosso venga rimosso dalla pagina, sulla base della garanzia che l’albergo cesserà l’attività fraudolenta.
Immagine 1: esempio di “bollino rosso”
Per la prima volta in assoluto l’America persegue legalmente l’Astroturfing
Si chiama “Astroturfing” e sta a significare tutte quelle azioni pubblicitarie volte a promuovere un brand o un servizio, di carattere ingannevole perché travestite da spontanee espressioni di soddisfazione di acquirenti o utenti.Da poco anche l’Astroturfing sul web è diventato perseguibile per legge. Nello stato di New York infatti, il procuratore generale Andrew Cuomo ha condannato l’azienda di chirurgia estetica Lifestyle Lift a versare 300.000 dollari di penale per aver pubblicizzato la sua attività attraverso recensioni on-line fittizie.
Cuomo ha infatti dichiarato: “I dipendenti della Lifestyle Lift pubblicavano recensioni positive e commenti per far credere agli utenti che clienti soddisfatti stavano pubblicando le proprie storie. Questa tattica costituisce una pratica commerciale ingannevole, falsa pubblicità, frode e condotta illegale sotto le leggi federali e la normativa di New York”.
Il caso della Lifestyle Lift ha suscitato grande attenzione a livello internazionale e ha fatto suonare il campanello d’allarme di ogni tipo di azienda, poiché costituisce il primo caso negli USA volto a combattere questa pratica crescente su Internet.
Il rovescio delle recensioni false
È chiaro che scrivere recensioni false on-line si sta rivelando una pratica inutile ed estremamente pericolosa. Se in America sta già nascendo una vera e propria authority volta al controllo e alla lotta delle false reviews, non è escluso che anche in Europa non si verifichi presto lo stesso.E per quanto riguarda il “bollino rosso” di TripAdvisor, non può che andare a colpire in modo serio l’immagine dell’hotel: una volta in rete la credibilità della struttura e dei suoi gestori risulterà inevitabilmente e gravemente danneggiata. Si sa, i clienti sono esigenti: è facile deluderli, difficile recuperarne la fiducia.
TripAdvisor attualmente non pubblica l’elenco degli hotel in “lista nera”, ma è abbastanza semplice individuarli con una semplice ricerca su Google: ecco qui un po’ di alberghi indagati.
- See more at: http://www.bookingblog.com/avviso-agli-albergatori-le-recensioni-false/#sthash.w4WAbbob.dpuf
Risalire a chi scrive recensioni su tripadvisor
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